Anna Magnani. Vita, amori e carriera... by Italo Moscati

Anna Magnani. Vita, amori e carriera... by Italo Moscati

autore:Italo Moscati [Moscati, Italo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8823005531
editore: Ediesse
pubblicato: 2003-11-30T22:00:00+00:00


L’Oscar

Mentre si accingeva a partire per l’America, la vita privata di Anna Magnani registrava non poche novità, alcune gradevoli, altre poco positive, se non addirittura dolorose. Positivo era il rafforzamento della posizione sociale dell’attrice, che aveva cambiato finalmente casa, abbandonando quella di via Amba Aradan - rifugio ma anche luogo di risse con Alessandrini e Serato - per trasferirsi in un bel palazzo nel centro storico. Anna aveva risorse per poterselo permettere, e anche per acquistare alcuni appartamenti e una villa al Circeo dove tenere i suoi cani che nel frattempo erano cresciuti di numero.

Inoltre, l’attrice aveva vinto la sua battaglia giudiziaria con Alessandrini e ottenuto parte di un’eredità che il regista aveva ricevuto con la scomparsa del padre. Come contropartita, forse, Anna aveva concesso all’ex marito la possibilità di dare il proprio cognome alle figlie che egli aveva avuto da Regina Bianchi.

Dolorosa, molto dolorosa, fu invece la notizia della parziale riuscita dell’operazione a cui era stato sottoposto Luca per ritrovare quei movimenti che la poliomielite impediva. La speranza di una guarigione completa svaniva, senza speranza.

Per fortuna, il cinema, in mezzo a tutti questi fatti, le riservò la gradita sorpresa di essere la prima attrice straniera a vincere il Premio Oscar per “La rosa tatuata”, il film girato da Daniel Mann con un divo come Burt Lancaster e una promessa italiana, Marisa Pavan, sorella di quella Anna Maria Pierangeli che ebbe una certa notorietà per la chiamata a Hollywood e per una love-story con James Dean, il protagonista di “Gioventù bruciata”. A proposito di Hollywood e dei suoi miti, Anna incontrò Marilyn Monroe e le consegnò il premio David di Donatello in una cerimonia ripresa da uno dei primi T.G. della Rai, facendole persino da traduttrice nel breve saluto in italiano pronunciato dalla protagonista di “Niagara” e di tanti altri, indimenticabili film.

L’anno dell’Oscar era il 1955. L’anno successivo fu ancora buono: la Magnani vinse in Italia il prestigioso Nastro d’argento per “Suor Letizia” di Mario Camerini, dove interpretava il ruolo di una suora che si occupa di un bambino abbandonato e sente affiorare in sé un potente amore materno.

Per questa prova la Magnani aspirava anche al premio della Mostra del cinema di Venezia, nella cui giuria c’era Luchino Visconti. Invece il premio andò a Maria Shell. Anna si sentì tradita dall’amico regista che l’aveva guidata in “Bellissima”. Ci fu chi malignamente le fece poi osservare che la Shell sarebbe diventata di lì a poco la protagonista proprio per Visconti nelle “Notti bianche”.

Una delusione alla quale se ne aggiunse un’altra, riguardante un progetto di un altro grande regista italiano, Giorgio Strehler. Strehler aveva fondato con Paolo Grassi il Piccolo Teatro di Milano, una delle massime istituzioni culturali italiane, nota in tutto il mondo. Si disse che avrebbe debuttato nella regia per il cinema con una versione di “Madre Coraggio”, un testo di Bertolt Brecht, un drammaturgo e un poeta di cui Strehler era il più ammirato conoscitore in Italia. Doveva essere una “Madre Coraggio” ambientata nel Tavoliere delle Puglie. Forse il



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